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Contratto. Anaao Trentino: “La strada è ancora in salita” 

Sebbene sia state concluse le trattative con Apran per il CCPL 2016-2018, per Anaao Trentino non la Provincia autonoma Trentina non è stata resa più attrattiva per medici e operatori, dato che ancora una volta non è stato affrontato veramente tema sulle prospettive lavorative più flessibili e guadagni commisurati al costo della vita. “Se poi il Fsn verrà decurtato, le preoccupazioni sull’attrattività trentina salgono”, sostiene l'Anaao.

11 OTT - L’insufficienza di risorse che il Governo nazionale intende stanziare per il Fondo sanitario nazionale solleva preoccupazioni anche in Trentino. L’Anaao Assomed provinciale ritiene, infatti, che le politiche nazionali avranno conseguenze anche sul territorio provinciale, nonostante l’autonomia di Trento, che gestisce in proprio il finanziamento del servizio sanitario: “Se la Provincia di Trento in virtù dell’autonomia e avvalendosi della sua potestà legislativa non adotterà a livello locale dei correttivi alla direzione in cui sta andando la situazione nazionale, intervenendo non solo sulle retribuzioni ma anche sulla qualità del lavoro e di vita degli operatori sanitari, anche il futuro della realtà sanitaria trentina subirà inevitabilmente ripercussioni negative”, dichiarano il segretario provinciale Anaao Trentino Marco Scillieri e il vice segretario e consigliere nazionale Anaao per la Provincia Autonoma di Trento Mjriam Sanò

“Dalle cifre indicate nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza del 2023 (Nadef) – riassumono i due sindacalisti - si evince che il Fondo Sanitario Nazionale (Fsn) verrà decurtato. Infatti dai 134,7 miliardi previsti per quest'anno si passerà l'anno prossimo a 132,9. La sanità pubblica sarà quindi definanziata per quasi due miliardi di euro mentre sarebbero necessari almeno i 4 miliardi in più che pure erano stati definiti tra le priorità della prossima manovra di bilancio. Dalla Nadef approvata dal Consiglio dei ministri si desume altresì che solo nel 2025 il finanziamento verrà incrementato a 136,7 miliardi per poi salire fino a 138,9 miliardi nel 2026”.

Solo recentemente in Trentino, dopo ripetuti incontri con APRaN (Agenzia Provinciale per la Rappresentanza Negoziale) con le diverse sigle sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, è stata firmata la “chiusura” del CCPL per il triennio 2016-2018 con cui si è ottenuto l’adeguamento al CCNL della dirigenza medica e sanitaria “almeno di alcuni aspetti economici del CCPL, altrimenti nel 2023 sarebbe ancora rimasto fermo, sia per la parte giuridica che per quella economica, al CCPL 2002-2005 (firmato nel 2006) ovvero ormai a quasi 20 anni fa”, afferma il segretario Scillieri.

Tale accordo appena concluso con l’Apran non ha, tuttavia, secondo Scillieri e Sanò, reso il Trentino più attrattivo per medici e operatori, dato che ancora una volta non è stato affrontato veramente tema sulle prospettive lavorative più flessibili e guadagni commisurati al costo della vita.

“Sebbene si siano raggiunti alcuni risultati soddisfacenti rispetto al CCPL 2002-2005 – incalzano i sindacalisti - ad esempio per quel che riguarda l’indennità di esclusività, ancora oggi molti dei professionisti della sanità trentina danno le dimissioni cercando una prospettiva di vita migliore cercando di avere di più tempo per le proprie famiglie”. “Ma la carenza di specialisti, ad esempio in Medicina d’Urgenza – chiarisce Sanò - che lo fa di professione, seppur fenomeno di rilevanza nazionale, è fortemente condizionata da un mancato riconoscimento, oltre che dell’impegno, anche delle specificità e delle competenze che oggi vengono richieste e pretese dal medico d’urgenza. Agli aspetti meramente remunerativi e alle condizioni lavorative si aggiungono poi anche le relativamente esigue possibilità di carriera”.

Endrius Salvalaggio

11 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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